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Tu che nel ciel vezzosamente splendi
E grazioso nome hai nella terra,
Vola per le acque, turbine di guerra,
Ed i fulmini tuoi lancia tremendi:
Però che l'uom, se il placido stellato,
Che s'incurva su lui fervidamente
Sfavillando, l'attrae su nel mistero,
Ha di battaglie, qui nel mondo il fato;
E conquistar si dee di gente in gente,
Col pugno forte ciò ch'ha nel pensiero.
A te sia dunque il corsaletto fiero,
A te sia dunque la fiammante spada
E glorioso il pennoncello vada
Dovunque il vol tra le bufere imprendi!
Dalla Settimana, oscuro e malstampato giornaletto di Roma. Anno II, N. 9 (8 febbraio 1908).
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